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Villa le Roveri (ex villa Marsili o Marsigli)

Cenni storici

La villa Roveri si trova sul territorio del comune di Bologna, ma a pochi metri dal confine con il comune di Castenaso, sulla strada provinciale S.Vitale, poco dopo l’abitato di Villanova, prima del Resto del Carlino.

Costruita nel XVIII secolo (sicuramente prima del 1785: v. “pianta topografica dello scolo Zenetta” da “Raccolta di disegni e mappe” dell’Ing. Manaresi), nell’attuale zona Roveri, la Villa Marsili divenne nel 1910, una Casa di Lavoro e di Riposo per donne sordomute senza famiglia, che lì troveranno accoglienza e occasione di lavoro dopo l’esperienza del collegio.
Attualmente e’ Casa di Riposo per donne sordomute anziane ed e’ gestita adesso dalle Suore della Piccola Missione (agg. 2007).

 

ISTITUTO GUALANDI PER SORDOMUTI / FONDAZIONE GUALANDI – La storia

Don Giuseppe Gualandi, (1826-1907), giovane prete diplomato all’Accademia di Belle Arti e laureato in Teologia e Diritto, fonda nel 1849 un istituto per sordomuti e sordomute, con l’intento missionario di far conoscere la parola di Dio a chi non la può naturalmente ascoltare e capire.
Nel corso del 1849 comincia cercare ragazzi sordi e a ospitarli nella casa di famiglia.
L’aumento delle richieste di accoglienza lo obbligheranno presto ad affittare appartamenti all’esterno (in via dé Buttieri, in piazza S. Biagio, in via S. Stefano).
Il 10 settembre 1850, con l’aiuto del fratello Cesare (1834-1886), anch’egli sacerdote, apre un collegio in via Nosadella 49-51, utilizzando i locali dell’ex monastero delle monache Agostiniane di S. Maria degli Angeli.
Nel 1858 lo Stato Pontificio riconoscerà l’Istituto Gualandi come Ente Morale.
In quell’anno esso accoglierà circa 30 convittori: quelli poveri mantenuti da benefattori privati o a carico del Comune e della Provincia, quelli di condizione agiata a pagamento.
Nel 1872 nascerà la congregazione religiosa della Piccola missione per i sordomuti.
Tra coloro che aiuteranno fattivamente l’Istituto dei Sordomuti vi sarà il pittore Alessandro Guardassoni (1819-1888), coetaneo e amico dei Gualandi, che insegnerà ai sordi l’arte del disegno e della pittura e che alla propria morte, donò tutto il suo patrimonio.
Molte delle sue opere verranno conservate nel salone dell’istituto di via Nosadella, che un tempo era la chiesa del monastero di S. Maria Maddalena.
Dal 1874, grazie alla collaborazione della giovane Orsola Mezzini (1853-1919), ha preso ad occuparsi anche delle ragazze sordomute.
Orsola Mezzini rimarrà nell’Istituto fino alla morte (1919) come maestra e poi come direttrice e superiora delle Pie Sorelle della Congregazione di S. Giuseppe e S. Francesco di Sales per i Sordomuti (dal 1887 Piccola Missione per i sordomuti). 
Un decreto reale lo riconosce nel 1896 come IPAB (Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza). 
Alla morte di don Giuseppe, nel 1907, saranno oltre 700 i sordomuti e le sordomute accolti nelle varie sedi dell’Istituto. 
Dalla Casa Madre di Bologna sorgeranno in Italia numerose filiali: nel 1884 a Roma, nel 1886 a Firenze, nella bellissima zona chiamata Paradiso, nel 1903 a Giulianova e nel 1956 a Catania.
L’opera dei Gualandi sarà completata dalla creazione nel 1910, in zona Roveri, di una Casa di Lavoro e di Riposo per donne sordomute senza famiglia, che lì troveranno accoglienza e occasione di lavoro dopo l’esperienza del collegio.
Dal 1977, quando nuove leggi e nuove proposte educative aprono ai ragazzi sordi altre possibilità più prossime e adeguate, la funzione degli Istituti diviene poco a poco meno richiesta e meno coerente con le scelte di un’epoca nuova. Dal 1998 la situazione degli Istituti diviene critica.
Nel 2003, dopo un periodo di approfondita riflessione progettuale, il Consiglio di amministrazione, considerate le leggi vigenti e l’evoluzione delle esigenze decide la trasformazione dell’IPAB “Istituto Gualandi per sordomuti e sordomute” in Fondazione privata, per poter continuare l’impegno verso le persone sorde secondo nuove esigenze e nuovi compiti.

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