Cerca

L’età Romana

L'età romana

Dopo la sconfitta dei Galli Boi da parte dei Romani, conclusasi nel 191 a.C., essi cedettero ampi territori su cui poi si insediarono le citta’ di Bononia, Mutina (Modena) e Parma.  L’assoggettamento completo del territorio si completo’ quattro anni dopo con la costruzione della via Aemilia. In effetti piu’ che di una cacciata del Galli, viste anche le ingenti perdite di guerrieri maschi, e’ molto probabile che questo popolo sia stato “inglobato” dai romani conquistatori.

La presenza romana nella zona è attestata dalle tracce della centuriazione agraria con suddivisione del territorio rurale secondo un sistema di linee ortogonali, ancora leggibile nella suddivisione dei campi, dove le capezzagne e i fossi di scolo restano ad indicare gli antichi “cardines” e “decumani”. Il territorio venne diviso in un “ager limitatus” cioe’ diviso in centurie divise dagli agrimensori per mezzo della groma (strumento per la misurazione del terreno).

Rivolgendosi verso oriente venivano tracciati il cardo (nord-sud) e decumano (ovest-est) maximus.  Da questi ad una certa distanza venivano tracciati altri cardi e decumani in modo da definire lotti quadrati di 20 actus, cioe’ 120 piedi quadri e quindi di 710,4 metri per lato, cioe’ 50,4 ettari.

Tali appezzamenti venivano assegnati per la coltivazione a cento coloni e per questo erano detti centurie”. Ulteriore suddivisione interna era definita dai “limites intercisivi” realizzati per l’assegnazione alle varie famiglie di coloni. Attualmente questi limiti sono di difficile rinvenimento essendo stati nei secoli frammentati, oggetto di intervento umano o cancellati da esondazioni o simili. Nel territorio di Castenaso fino agli anni ‘80 del secolo scorso, pero’ questi limites che dividevano le centurie in parcelle, erano in buona parte ben visibili coincidendo con capezzagne e fossati.

La centuriazione agraria comporto’ la bonifica di vasti tratti paludosi che caratterizzavano il territorio, e fu ancora ampiamente utilizzata nella pianificazione idraulica del territorio effettuata negli anni ‘60 del secolo scorso dalla Bonifica Renana. E’ emerso che, nel periodo interessato dai reperti romani ritrovati in via Ca’ dell’Orbo 18 sotto un pavimento e in vari luoghi nel vicino comune di Budrio, fraz. Bagnarola e Maddalena (datati dal I secolo a.C. al V d.C.), vi era localmente una maggior estensione di ambienti acquatici e palustri rispetto all’attuale e che ad essi si intercalavano aree coltivate a cereali e a vite, probabilmente in prossimità di abitazioni con impianti di essenze ornamentali (platani, bossi, cipressi).

Altri ritrovamenti si collocano a Castenaso soprattutto alla confluenza del Savena (ex rio Polo fino al 1776) in Idice, dove in sinistra Idice, ad est di Villa Vignoli (via Fiumana sx 12) furono ritrovati resti di fornaci romane e ancora piu’ ad est, in prossimita’ delle rive del Torrente Idice nel 1958/59 si sono rinvenute macine e due pozzi. Infatti il noto archeologo autodidatta San Lazzarese Luigi Fantini, tra le ghiaie dell’Idice dopo una piena del fiume, scoprì tre elementi circolari di macina e, poco lontano, due pozzi di età romana in mattoni manubriati curvilinei.

 

Foto dei pozzi romani e della macine ritrovate presso la confluenza del Savena in Idice – dal libro LUIGI FANTINI vita e ricerche di un uomo straordinario, di C.Busi e P. Grimandi, FSRER editore, 2021

Il torrente Idice a quei tempi non percorreva l’attuale alveo e si suppone che in effetti scorresse piu’ a Ovest in corrispondenza dello scolo Fiumicello (ora fiumicello Dugliolo). Attualmente detto scolo ha di fatto inizio presso la SP 253 all’intersezione con le vie Truffa/Bovi (loc. Villa Brizzi) e prosegue sostanzialmente verso nord fino a terminare appunto nei pressi di Dugliolo, frazione di Budrio.

Da un punto di vista amministrativo, la campagna a sinistra del torrente Idice faceva parte dell’”Ager Bononiensis” e dipendeva quindi da Bologna, mentre quella a est del fiume apparteneva all’”Ager Claternatae”, facendo quindi capo al municipium di Claterna, città romana nei pressi di Ozzano.

E’ da notare che i due gruppi di limites si differenziano anche dalla loro disposizione sul terreno i kardines in destra Idice sono inclinati di 28 gradi verso nord-est, mentre quelli in sinistra Idice di soli 22 gradi. La diversa inclinazione fu dovuta per distinguerli ai fini civili e catastali ma anche in relazione al drenaggio delle acque.Anche oggi i kardines sono ben conservati in quanto seguono da sud verso nord i corsi d’acqua qui presenti.

I toponimi presenti sul territorio, le fonti scritte e i i rinvenimenti archeologici non documentano sul territorio la presenza di importanti abitati in eta’ romana ma piuttosto attestano un fitto insediamento rurale. I ritrovamenti archeologici in primis vennero rinvenuti presso la chiesa di S. Giovanni Battista in Castenaso alla fine del secolo XVIII. Altri e ben piu’ recenti scavi (Ca’dell’Orbo, Marano, Veduro) hanno portato a supporre come e’ probabile che vi fossero non meno di due nuclei insediativi per ogni centuria.

Rievocazione storica della battaglia tra Romani e Galli Boi nell’ambito della festa dell’uva