Cenni storici ed artistici
Le prime notizie relative all’edificio sacro sono documentate nel 1121 dove i Canonici di S. Vittore ottengono il rinnovo enfiteutico di alcune terre in Fiesso in cui uno dei confini era “desubtus, juxta terram Ecclesie Sancti Petri de Flesso”. Si attesta cosi’ gia’ l’esistenza della chiesa e delle sue terre. Nel 1378, poi è attestata la dipendenza dal Plebanato dei santi Gervasio e Protasio della Pieve di Budrio.
Fu eretta col contributo di tal Barbara Fiessi in Mantacheti e dei popolani ma si presenta oggi nelle fogge secentesche mai stravolte dai molti rimaneggiamenti e restauri. Venne poi congiunta ad un’altra chiesa di Castenaso con l’ospedale di S. Cristoforo sotto il giuspatronato della fam. Ramponi.
Nel 1671-1697 avviene la ricostruzione dell’intero bene, che versava in pessime condizioni.
Nel 1695 fu realizzata una nuova vasca battesimale in marmo rosso di Verona a forma di pisside, tutt’ora visibile nella prima cappella a sinistra. E nel 1697/1709 fu ampliato l’abside, dietro la cappella maggiore, ed ampliata la facciata.
Nel 1747 furono rifatti i muri e gli infissi della canonica e della stalla, in concomitanza con l’innalzamento della cappella maggiore e dei due pilastrini in mattone di fronte al sagrato che indicavano l’accesso al fondo Nanni.
Nel 1762-63 la zona absidale venne eretta su disegno del Dotti e poi ricostruita nel 1949 a causa dei danni subiti ai tempi della guerra dovuti all’abbattimento del campanile il 17 Aprile 1945.
Restaurata nel 1766 e poi ancora nel 1790 quando venne riedificata la cappella dell’altare maggiore con un altare in legno dorato con pala del Guizzardi raffigurante S. Pietro apostolo con due angeli (pala poi perduta con la distruzione del campanile e di cui forse ora si e’ recuperata una parte raffigurante un angelo. Nda).
Nel 1844/50 possedeva “baldacchino bellissimo in cui sono quattro angioli intagliati in legno maestramente”. Fu rifatto l’altare maggiore e i quattro minori nel 1850.
L’entrata era raggiungibile da un porticato, restaurato nelle coperture nel 1879, ricostruito nel 1885 e demolito infine nel 1934 in occasione dello sgombero del cimitero.
Nel 1900 fu ricostruita la facciata, come riportata l’iscrizione della lapide posta in opera al posto del finestrone centrale, sotto la guida del capomastro Galloni, su disegno dell’ing. Barbiani.
Il campanile fu restaurato ed alzato con una guglia secondo il disegno dell’ing. Gulli nel 1933, mentre la facciata laterale dell’edificio fu nel 1935, ornata con una nicchia contenente una statua della Madonna e una lapide a ricordo dei parrocchiani di Fiesso morti o dispersi nella Prima Guerra Mondiale.
Alla fine della guerra (17 aprile 1945) i tedeschi, ritirandosi, minarono la torre campanaria il cui crollo danneggiò organo, cantorie, sagrestia, abside e teatro parrocchiale.
Nel 1949 la cooperativa muratori di Castenaso vinse il concorso per il progetto di restauro della chiesa, elaborato dall’Ing. Riguzzi e nel 1952, in sostituzione del campanile, per continuare la tradizione campanaria locale, fu edificata sul retro della chiesa, una cella campanaria. Il rifacimento del tetto con contributi CEI 8×1000, avvenne nel 2016.
L’impianto ad aula segue le forme delle chiese del contado post-tridentine, pur distinguendosi per la volta a botte ribassata e i toni chiari degli alzati, intonacati di bianco con membrature ocra.
La chiesa offre il fianco sinistro alla strada, dalla quale è distanziata da un prato. Presenta un sagrato ascendente in sasso, limitato da un antico casale dirimpetto alla facciata dell’edificio sacro.
La facciata principale della chiesa, rivolta ad occidente, si presenta in muratura di mattoni faccia a vista con inserti ad intonaco giallo arenaria. Il fronte è spartito verticalmente da lesene d’ordine gigante con capitelli ionici affiancate da paraste a conci regolari intonacati e ripartito orizzontalmente da una cornice marcapiano e un cornicione sagomato sopra cui si imposta il timpano triangolare id coronamento. Il portale d’ingresso architravato è sormontato anch’esso da un timpano poggiante su mensole a forma di voluta. Al di sopra di questo, in asse con la porta d’accesso, collocata dove un tempo si trovava l’originaria finestra rettangolare, si trova una lapide a ricordo della costruzione della facciata; in essa di legge: “Iesu Christo Deo Restitutae Per Ipsum Saluti Anno MCM”. La porzione centrale è raccordata a quelle laterali più basse, corrispondenti alle cappelle, da due volute laterali ornate a mò di pinnacoli da vasi in terracotta.
L’interno, a navata unica con tre cappelle sul lato settentrionale (sx) e due sul lato meridionale (dx), è coperto da volte a botte ribassata, costolonata e unghiata con aperture nel cleristorio. Gli alzati sono intonacati di bianco, con membrature e rilievi intonacati in ocra. Lungo l’intero perimetro dell’aula scorre un alto cornicione sagomato e modanato, sorretto da paraste con capitelli compositi. Un arco trionfale inserito in serliana poggiante su colonne libere su cui corre la trabeazione spezzata, annuncia il presbiterio. L’area dell’altare è voltata a cupola intonacata in azzurro cielo, separata da una seconda coppia di colonne libere dal catino absidale che conclude l’aula con la calotta affrescata.
L’assemblea è composta da panche di legno disposte su due file a battaglione frontalmente al presbiterio. Su di esso si trovano altare post-conciliare, una mensa trilitica in marmo di breccia oniciata, l’ambone a sinistra e la sede, in asse a tergo della mensa, entrambi nello stesso materiale dell’altare. La sede è in blocco unico a tre sedute, quella centrale per il celebrante, le due laterali per i ministri. Il fonte battesimale, secentesco in marmo di Verona, si trova in prossimità dell’ingresso, nella prima cappella sinistra. La custodia eucaristica è sita nella prima cappella laterale a destra, su un altare minore. I confessionali lignei sono nelle nicchie lungo la navata.
All’interno perduti i precedenti ornati e la pala del Guizzardi, vi sono un ricco corredo di tele. La piu’ antica proviene dall’oratorio della B.V. della Gazza e’ di Pietro di Giovanni Lianori del 1412, “Madonna in trono e Santi Caterina e Giovanni Evangelista” e fu donata alla chiesa da Federico Mengoli nel 1949 proprietario dell’oratorio. Nella chiesa una della cappelle fu eretta nel 1691 dalla Compagnia del SS. Rosario di Fiesso, e contiene la “Vergine col Bambino” di Angelo Pio, mentre i quindici misteri che la circondano sono di Donato Creti.
Da notare la pala a sinistra dell’altare maggiore di autore ignoto raffigurante la “Vergine col bambino tra i santi Rocco e Sebastiano” risalente probabilmente agli anni dell’edificazione della chiesa.